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RICERCHE

L'emigrazione meridionale
nel Rio della Plata
(Argentina e Uruguay).

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Tra il 1850 e il 1970 centinaia di migliaia di meridionali sono emigrati verso il Sudamerica con la speranza di poter migliorare le proprie condizioni di vita.

Attraverso la realizzazione di una etnografia visiva, con questo progetto sono state studiate le pratiche culturali delle comunità di emigranti e discendenti originari del Sud Italia radicati in differenti località del Río della Plata (Argentina e Uruguay); prestando particolare attenzione alla permanenza e riproduzione di usi, tradizioni e culti religiosi propri delle comunità di appartenenza.

Grazie al ausilio del mezzo fotografico (documentazione) e audiovisivo (documentazione e interviste) sono stati raccolti documenti visivi e testimonianze su storie di vita e memorie familiari legate a tre importanti ambiti della colonia: la vita materiale, sociale e spirituale.

Nello specifico, la ricerca ha avuto come obiettivo approfondire le pratiche socio-culturali che, durante le diverse ondate migratorie, hanno caratterizzato la produzione, l'uso e il consumo di fotografie e immagini religiosi all'interno di una amplia comunità transnazionale integrata sia dagli espatriati che da i rispettivi familiari rimasti in Italia. 

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​Romagnano Al Monte:
1980 dC.

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Romagnano Al Monte è uno dei comuni lucani che, in seguito al terremoto del 1980, ha sofferto los spostamento forzato della sua popolazione dal vecchio borgo alla “New Town” situata a tre kilometri di distanza.

Il lavoro etnográfico lí realizzato si compone di due documenti complementari. Il primo si presenta come una «autopsia» dell’antico centro che identifica e congela i segni di vita vissuta, le tracce della fuga repentina e, a seconda dei casi, dei continui saccheggi che hanno violentato irrimediabelmente la memoria storica dell’insediamento.

Il secondo documento evidenzia la desolazione, l’incoerenza e l’incompatibilità degli spazi urbani e abitativi con la struttura sociale tradizionale della popolazione romagnanese. 
Quarant’anni dopo il sisma, nonostante il suo aspetto decadente, Romagnano “Vecchia” continua a presentarsi come uno spazio vivo a misura d’uomo; una roccaforte che continua a custodire la memoria di quelle comunità che la abitarono: "con la chiesa, la piazza, la fontana e tutto intorno un reticolo stretto di vicoli e viuzze; nonchè i numerosissimi scalini, i quali oltre a dare accesso alle abitazioni fungevano da vere e proprie panche usate per la socializzazione durante il tempo libero" (Don Giovanni Salimbene).

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